L’unione fa la forza: questa convinzione ha portato i sindacati di base USB, COBAS, ASBEL/CNL e USI, a indire congiuntamente lo stato di agitazione di tutti i dipendenti capitolini, confermando i precedenti già indetti dalle singole sigle.

ROMA CAPITALE: USB, COBAS, ASBEL/CNL E USI, INDICONO LO STATO DI AGITAZIONE DI TUTTI I DIPENDENTI CAPITOLINI

 

 

ROMA CAPITALE: USB, COBAS, ASBEL/CNL E USI, INDICONO LO STATO DI AGITAZIONE DI TUTTI I DIPENDENTI CAPITOLINI

 

 

Il nodo della vertenza è lo stesso da mesi, ovvero la modifica unilaterale del Contratto Collettivo Decentrato la cui imposizione ha creato, e crea tuttora, gravi ripercussioni sulle condizioni di lavoro e sul trattamento economico di tutto il personale capitolino che, sopraffatto da un aumento dei carichi di lavoro che pregiudica la salute psicofisica con ripercussioni anche in ambito familiare, non è messo nella condizione di poter erogare servizi di qualità alla cittadinanza. La logica sottesa all’intero atto unilaterale, che “premia” pochi e penalizza tanti, è fare cassa sul personale a cui si vogliono imporre, in una condizione di carenze strutturali, turni di lavoro prolungati (come nei demografici), flessibilità oraria a comando e gerarchizzazione dei ruoli. La cura è stata definita “produttività di sistema”, titolo che nasconde la volontà di subordinare il personale alle valutazioni discrezionali della dirigenza capitolina, una casta uscita indenne nonostante le sue evidenti responsabilità dalle bufere delle ispezioni del MEF e da mafia capitale.

I lavoratori e le lavoratrici organizzati con USB, COBAS, ASBEL/CNL e USI non possono tollerare l’imposizione di un atto unilaterale che rischia di paralizzare i servizi pubblici, con il malcelato scopo di regalarne fette consistenti ai privati, come dimostra la riorganizzazione del servizio scolastico educativo, finalizzata a eliminare il personale precario, ridurre il servizio pubblico e svilirne la qualità; o anche lo stato delle aziende partecipate, che sta causando un degrado intollerabile ormai sotto gli occhi del mondo; o il taglio insostenibile al finanziamento delle Biblioteche di Roma, che provocherà a breve la chiusura di varie biblioteche.

All’atteggiamento dilatorio e provocatorio dell’Amministrazione di Roma Capitale, che rifiuta persino di discutere le proposte sindacali, rispondiamo tutti insieme BASTA! Siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative di lotta per la difesa della dignità del lavoro che svolgiamo e dei diritti della cittadinanza ad avere servizi pubblici di qualità per tutte/i.

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Oggetto: Indizione stato di agitazione congiunto e attivazione procedure ex L. 146/90 e L. 83/2000, quale tentativo preventivo di conciliazione di sciopero e procedura di raffreddamento del conflitto – vertenza relativa alla modifica unilaterale del Contratto Collettivo Decentrato per il personale di Roma Capitale.

 

Con la presente, le scriventi O.O.S.S., ai sensi e per gli effetti della Legge 146/90 e dell’Accordo Collettivo Nazionale del 22 Settembre 2002, proclamano congiuntamente lo stato di agitazione di tutto il personale comunale. La presente proclamazione accoglie in una cornice generale e unitaria i precedenti annunci effettuati dalle singole sigle, ribadendo le vertenze in corso, alle quali si intende dare pieno sostegno.

Oggetto della controversia è costituito dalla assoluta indisponibilità in ordine alla discussione relativa e alle iniziative assunte dall’Ente in materia di disciplina decentrata del personale non dirigente dell’Ente e riguardo le politiche assunzionali.

In particolare, le scriventi O.O.S.S. segnalano come motivi della mobilitazione:

 

  • L’imposizione di un atto unilaterale e la mancata volontà di riaprire un confronto vero con le Parti Sociali (dopo l’esito referendario che ha bocciato l’ipotesi di preintesa già firmata dalle OO.SS. CGIL e CISL) in cui si discutano le proposte avanzate dalle scriventi O.O.S.S. su ogni settore;

  • Le gravissime ripercussioni che tale imposizione ha prodotto sulle condizioni di lavoro e sul trattamento economico di tutto il personale capitolino, messo ora nella condizione di non poter erogare servizi di qualità alla cittadinanza, nonché sopraffatto e stressato da un aumento dei carichi di lavoro che pregiudicano la salute psicofisica, con ripercussioni anche in ambito familiare.

  • L’assoluta mancanza di confronto sindacale rispetto al varo della Macrostruttura, cui è collegata la prosecuzione della revisione dell’impianto organizzativo a livello di singola struttura (micro organizzazione), in contrasto con quanto definito in sede giudiziale;

  • La prosecuzione del regime di maggior favore nei confronti della dirigenza, destinataria di premi di risultato mai verificabili e del tutto scollegati ai criteri di misurazione della performance adottati per il comparto, e gratificata anche attraverso la proliferazione di direzioni d’area prive di alcuna effettiva utilità;

  • L’applicazione di un sistema di valutazione privo di una concreta possibilità di riesame, oltre che basato su criteri iniqui e di dubbia efficienza e poca trasparenza.

  • L’introduzione della cosiddetta produttività di sistema in maniera del tutto avulsa dal contesto di riferimento, con l’effetto di un impoverimento immediato del personale dipendente in un clima di totale disinteresse della dirigenza e di incertezza assoluta circa gli obiettivi reali da raggiungere.

  • L’annullamento del pagamento di alcune indennità o la modifica delle modalità di accesso a tali indennità definite nello stesso atto unilaterale.

  • L’incertezza – palesata dalle dichiarazioni espresse in sede negoziale – riguardo la corresponsione delle indennità correlate ad attività già effettuate e quelle da destinare al personale precario, nonché l’impossibilità di procedere alla revisione delle posizioni individuali, con il conseguente recupero economico delle somme dovute, per limiti ed errori di progettazione del sistema informativo adottato dal Dipartimento Risorse Umane .

  • L’insufficienza della attuale dotazione organica al fine di garantire idonei servizi alla cittadinanza.

  • L’imposizione di una turnazione del personale addetto ai servizi anagrafici e di stato civile, per garantirne l’apertura fino alle 18.30, che comporta un sovraccarico di lavoro enorme, fonte di disagi e stress da lavoro correlato. Inoltre l’esiguità del personale presente non permette di svolgere le attività di back office in modo efficace in una materia tanto delicata come lo stato civile che richiede controlli accurati.

  • L’inerzia assoluta dei vertici dell’Amministrazione di fronte a problematiche rilevanti riguardanti il diritto alla salute, quali quelle derivate dalla sentenza del TAR Lazio in materia di assenze per visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici.

  • La parziale applicazione o mancata realizzazione delle disposizioni a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

  • La mancanza di ascolto verso le legittime richieste di parte sindacale per la “ripubblicizzazione” di servizi attualmente esternalizzati, come quelli relativi agli assistenti educativi culturali, alla tutela ambientale o ai servizi culturali per i quali è stato largamente dimostrato l’esito fallimentare dell’affidamento ai privati.

  • Il mancato scorrimento delle graduatorie delle progressioni verticali e l’utilizzo di tutti i posti disponibili per dar luogo a tale scorrimento.

  • L’imposizione di un modello organizzativo della Polizia Locale che ha reso impossibile lo svolgimento del servizio di istituto nei quartieri di periferia sia per il sistema di turnazione che svuota le Unità Operative di personale nei giorni di riposo forzato, sia per lo spostamento delle pattuglie nei prefestivi e festivi verso il Centro di Roma. A questo si aggiunga la rotazione del personale da un Gruppo ad un altro, fatto senza il rispetto di alcun criterio utile al servizio e tantomeno alla lotta alla corruzione, modalità più volte condannate dal Tribunale del Lavoro, con sentenze ignorate dal Comando Generale. Contrariamente a quanto annunciato, da ciò è derivata una riduzione dei risultati per produttività e efficienza, peggiorando il servizio al cittadino, rendendo quasi impercettibile il servizio alla città da parte della Polizia Locale. Il personale della polizia locale, inoltre, con l’applicazione dell’atto unilaterale, pur mantenendo lo stesso livello di prestazione lavorativa, ha subito, come tutto il personale capitolino, una drastica riduzione del proprio trattamento economico.

  • L’applicazione tramite Delibera di Giunta del verbale siglato il 15 maggio da cgil cisl uil e csa sul personale scolastico ed educativo, fonte di gravi danni ed inefficienze sia per l’Amministrazione che per il personale dipendente (costretto a sobbarcarsi un maggior carico di lavoro a causa del mancato invio del personale supplente, a fronte di vistosi tagli sul salario accessorio) e l’utenza, alla quale non potranno essere assicurati i servizi e la qualità degli stessi garantiti all’atto dell’iscrizione alle scuole e nidi, determinandosi così un grave disservizio ed una situazione di inammissibile e probabile pericolo per la sicurezza dei bambini;

  • la mancata indizione di una procedura concorsuale con il cd. doppio canale destinata al personale precario, inserito a pieno titolo nelle graduatorie municipali unificate per incarichi e supplenza nella scuola dell’infanzia e nei Nidi.

  • Il mancato rispetto del piano assunzionale 2010-13 e la mancata assunzione dei vincitori dei concorsi pubblici.

  • La mancanza di un piano di investimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria e la messa in sicurezza degli edifici scolastico-educativi e di quelli adibiti a sede municipale;

Conseguentemente, deve ritenersi avviata la procedura conciliativa prevista dalle norme sopra menzionate, da esperirsi attraverso la convocazione delle parti in controversia entro il termine di tre giorni lavorativi.

Per contatti e comunicazioni per le vie brevi potrete fare riferimento ai seguenti recapiti: