Rojo y Negro es el vocero de la Confederación General del Trabajo (CGT), una asociación de trabajadores y trabajadoras anarcosindicalista, de clase, autónoma, autogestionaria, federalista, internacionalista y libertaria.

Murió Pepita Carpena (de Marsella)

Social Galerías Fuente: Àngel-Fund S. Seguí | Texto Italiano : Martha A. Ackelsberg 07/06/2005

Pepita Carpena (Barcelona 1919- Marsella 2005), era hija de una familia obrera poco interesada por la revolución social. Acabó, sin embargo, por su propio interés, militando en las Juventudes Libertarias y en la CNT. Luchadora por la igualdad total, fundó en el 37 la Federación Catalana de Mujeres Libres, y ya nunca abandonó esa causa.
Ayer nos dejó, mientras aún mantenía entre sus manos los archivos del C.I.R.A. de Marsella. Que la tierra le sea leve.


En la imagen : Pepita Carpena, Conchita Lano, Conchita Guillen, Sara Berenguer, reunidas en el sur de Francia


Pepita Carpena (Barcelona 1919- Marsella 2005), era hija de una familia obrera poco interesada por la revolución social. Acabó, sin embargo, por su propio interés, militando en las Juventudes Libertarias y en la CNT.
Luchadora por la igualdad total, fundó en el 37 la Federación Catalana de Mujeres Libres, y ya nunca abandonó esa causa.

Ayer nos dejó, mientras aún mantenía entre sus manos los archivos del C.I.R.A. de Marsella.
Que la tierra le sea leve.


En la imagen : Pepita Carpena, Conchita Lano, Conchita Guillen, Sara Berenguer, reunidas en el sur de Francia


Puedes descargar en formato pdf el resumen del excelente trabajo de Laura Ruiz Eugenio «Mujeres Libres», Barcelona 1936. De mujeres invisibles a luchadoras libertarias



PEPITA CARPENA (1919-2005)

El CIRA de Marsella tiene el dolor de anunciar la muerte de Pepita Carpena, acaecida el 5 de junio , en esta ciudad.

Pepita Carpena (Josefa Carpena Amat) nació en Barcelona en 1919. Obrera anarquista, tomó parte desde muy joven en la Revolución española, en las filas de la CNT, en la Federación Ibérica de Juventudes Libertarias(FIJL) y en Mujeres Libres. La victoria de Franco la obligó a exiliarse. En Marsella participará en las actividades de la CNT y más tarde del CIRA, del que fue la Coordinadora desde de 1988 hasta 1999.


Su vida militante, bien extensa, quedó reflejada en el monográfico «De toda la vida», publicado el año 2000 por las Éditions du Monde libertaire et Alternative libertaire, en la colección Graine d’ananar.

PEPITA CARPENA : esbozo de bibliografía.

Entre abril de 1992 y junio del 93, Pepita Carpena redactó sus memorias en castellano. Su título era «Toda una vida : vivencias». Ella misma tradujo ese texto bajo el título «Toute une vie : mémoires». Ese texto, fotocopiado, fue difundido en 1998 y, ya en 2000, fue retomado y editado por Éditions du Monde libertaire et Alternative libertaire (Bruxelles).


Pepita participó en varias obras colectivas. En «Mujeres libres : luchadoras libertarias» (Fundación Anselmo Lorenzo, 1999, 191 p.), ella está presente con dos contribuciones : Vivencias (pp. 73-78) y Solidaridad fraterna (pp. 79-82). En los actos de la Exposición Internacinal Barcelona y Anarquismo (Fundació d’estudis llibertaris i anarco-sindicalistes, 1994, 592 p.), intervino en el debate Feminismo/post feminismo (pp. 340-377).

Igualmente encontraremos testimonio suyo en dos Boletines del CIRA de Marsella : 1886-1936 y algun otro aniversario (n° 26-27, 1986, 120 p.) y en Les anarchistes espagnols dans la tourmente (1939-1945) (n° 29-30, 1989 , 199 p.).

Pepita Carpena aparece, finalmente, en dos películas dedicadas a la revolución española : Un autre futur, de Richard Prost (1988-1997) y De toda la vida de Lisa Berger et Carol Mazer (1986). Su foto también aparece en «El pequeño ladrón» de Érick Zonca (1999).

Era colaboradora asidua dela prensa anarquista española y francesa : Cenit, CNT, Le Combat syndicaliste, Ideas-Orto, Solidaridad Obrera.

CIRA Marseille.

(traduc. Àngel-Fund S. Seguí)



Ma non tutti quelli che partecipavano al movimento anarchico avevano dei genitori anarchici. Pepita Carpena, ad esempio, era nata a Barcellona verso la fine del 1919 da una famiglia di classe proletaria che mostrava poco o nessun interesse per le organizzazioni operaie. Venne per la prima volta a contatto con “l’idea” nel 1933 grazie ad alcuni sindacalisti anarchici che assistevano alle riunioni dei giovani nella speranza di mettersi in contatto con possibili nuovi membri.


I compagni della CNT, per fare propaganda, dato che la gente non andava ai sindacati perché era un’epoca di clandestinità, andavano ai balli e dicevano agli uomini, mai alle ragazze : “Dove lavorate ? Sapete che c’è un sindacato ?” Questi compagni, membri della CNT, dicevano anche : “Il tal giorno c’è un’assemblea”. E siccome mi sono sempre trovata meglio con gli uomini che con le donne, andai con loro. E fu lì dove iniziai a capire che cosa era la CNT.


Il sindacato della Metallurgia, che la adottò quasi come una mascotte, divenne la sua seconda casa. Quando i suoi genitori iniziarono a proibirle di assistere alle riunioni notturne, pregò suo padre di andare con lei. Dopo aver conosciuto il tipo di persone che erano e come trattavano sua figlia, non le disse più niente. Anzi, al contrario, si vantava con i suoi amici di avere una figlia che stava liberando il proletariato !

Attraverso la sua relazione con i lavoratori del sindacato della Metallurgia, Pepita non tardò ad imparare molte cose sui sindacati e sull’anarco-sindacalismo. La incoraggiarono ad organizzare le giovani che lavoravano con lei come sarte e così fece. Quando il suo padrone la licenziò con un pretesto qualunque, in realtà per le sue attività sindacali, i compagni del sindacato della Metallurgia corsero in suo aiuto e fecero in modo che venisse riassunta. Continuò ad essere attiva sia nella CNT che nelle Juventudes Libertarias all’inizio degli anni Trenta e durante il primo anno di guerra. Quando nei primi giorni del conflitto uccisero il suo compagno al fronte, il sindacato della Metallurgia le pagò un salario affinché potesse continuare a organizzare i lavoratori nello sforzo comune che richiedeva la guerra. Si considera come una persona che ha da sempre sostenuto l’uguaglianza tra uomo e donna e che forse proprio per questo inizialmente si sentiva indifferente alla creazione di una organizzazione specificamente femminile. Ma dopo la sua esperienza nelle Juventudes, non tardò a riconoscere che questa necessità esisteva realmente e riuscì a diventare membro attivo del Comitato Regionale Catalano di Mujeres Libres negli anni 1937 e 1938.

Pepita, più di ogni altra anziana compagna, ha cercato di comunicare con le giovani nonostante le barriere del tempo, della classe sociale e della geografia. È informata sul dibattito femminista contemporaneo, anche se spesso si trova in disaccordo riguardo ai termini con cui è formulato. È archivista e responsabile della succursale di Marsiglia del CIRA (Centro Internazionale di Ricerche sull’Anarchismo), la cui sede principale è a Ginevra. Pepita viaggia spesso per la Spagna e per l’Europa tenendo conferenze sulla rivoluzione e sulle attività di Mujeres Libres. La sua franchezza e la sua buona disposizione a dibattere temi che erano problematici e controversi in Mujeres Libres hanno fatto di lei un’informatrice preziosa ed un’amica speciale. (…).
Martha A. Ackelsberg


Par : rr.ii.


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